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Il Caffè Espresso non scaccia la sonnolenza ma tiene vigile la mente
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Il caffè espresso viene assunto dagli italiani con la convinzione che sia una medicina contro i colpi di sonno e allo stesso tempo viene sconsigliato per chi soffre di insonnia. Ma è davvero così? Sentiamo cosa dice la scienza.
Una delle paure dietro cui si trincerano gli scettici del caffè, riguarda il rischio di insonnia. Com’è ormai luogo comune infatti, bere caffè dopo una cert’ora, influenzerebbe i disturbi del sonno. Questa però, è una teoria su cui c’è molto da discutere.
Il rapporto tra caffè espresso e insonnia è stato in parte sfatato dalla scienza. Uno studio commissionato dalle forze armate australiane al Sleep Research Centre dell’University of South Australia e alla Monash University di Melbourne si è concentrato sulla caffeina. Ovvero quella spesso usata come ‘bomba’ per non crollare dal sonno dopo una notte brava. Questo intruglio sarebbe in grado di tenere sveglia la mente, consentendole cioè di commettere meno errori, ma non avrebbe invece efficacia nel combattere la sonnolenza.
Niente di meglio che verificare la capacità di una sostanza nel vivo, ovvero laddove la sua azione dovrebbe essere fondamentale per sventare un possibile pericolo. E così i ricercatori australiani hanno pensato bene di testare gli effetti della caffeina nel mantenere alta la vigilanza e l’attenzione proprio al volante. È infatti noto che i colpi di sonno rappresentano una delle maggiori cause di incidenti stradali, talvolta anche letali. Hanno
L’effetto del caffè espresso è stato poi testato su un campione composto da un gruppo di militari, soggetti spesso in azione o alla guida su veicoli o macchinari e per i quali l’affaticamento cognitivo nello svolgimento della ‘missione’ è cruciale.
Li hanno quindi sottoposti a un esperimento ‘snervante’. Costringendoli cioè a restare svegli per 50 ore filate e successivamente a guidare 15 occasioni differenti un veicolo simulato, ogni volta per 40 minuti.
Una parte dei militari, per arrivare a stabilire correttamente la relazione caffé-veglia, sono stati ‘dopati’ con la caffeina, somministrata tramite una gomma da masticare. Questo perché l’assorbimento della sostanza a livello cerebrale avviene nell’arco di 10 minuti e ha durata di circa 40. Mentre la caffeina liquida impiega fra 30 e 90 minuti per giungere alla destinazione cerebrale con una efficacia non quantificabile in termini di tempo. Il secondo gruppo di militari aveva invece ricevuto un semplice placebo.
Si è ricorso a uno stratagemma, facendo indossare ai militari degli occhiali speciali muniti di sensori. In grado di registrare il tasso con cui battevano gli occhi. Inoltre, durante la guida veniva anche registrata la capacità di restare in corsia e le variazioni di velocità.
Quali sono stati i risultati in seguito alla somministrazione della sostanza? Niente da dire sulla sicurezza. Perché il gruppo di masticatori di caffeina durante la guida aveva dimostrato un tasso di errori o di distrazione al volante sensibilmente inferiore rispetto ai colleghi. Niente da fare invece per l’insonnia. infatti tutti i militari, che fossero stati o no pompati con la caffeina, alla fine percepivano la stessa sonnolenza. Tanto più crescente con il passare del tempo.
Le conclusioni riguardo all’effetto del caffè espresso sono chiari. Difatti lo studio australiano conferma che è meglio bere il caffè se si vuole risposare bene e rapidamente prima della pennichella pomeridiana e non dopo come si è soliti fare. Infatti la caffeina inibirebbe l’azione della adenosina, la sostanza chimica che provoca sonnolenza. Consentendo dunque di risvegliarsi dopo 20 minuti di pisolino ristorati e ‘energizzati’.